Era il 12 e 13 giugno 2004, Cateno De Luca ha 32 anni e da sindaco di Fiumedinisi e con una già solida carriera da sindacalista alle spalle con la Fenapi, decide di candidarsi alle elezioni europee. Ora 20 anni dopo, il sindaco di Taormina ci riprova.

Diciannove “Stelle” per la “Libertà”. Ieri mattina, dal teatro Quirino di Roma il leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca ha aperto la campagna elettorale per le Europee dell’8 e 9 giugno presentando il quadro delineato alla fine di un percorso iniziato il 2 marzo scorso a Taormina. “Da quel giorno, spiega Cateno De Luca, è seguito un periodo fatto di incontri, confronti, dialogo che ha portato alla formazione della lista Libertà. Una lista che vede insieme anime diverse che si sono ritrovate accomunate da un comune denominatore che possiamo tradurre in meno Europa, più equità, meno Europa più federalismo, meno Europa più libertà. Oggi questo progetto rappresenta l’esempio di un autentico esercizio di Democrazia”.

 

Come annunciato da Cateno, la lista non è ancora definitiva, si potrebbe aggiungere ancora qualcun altro, come Vittorio Sgarbi, che qualche giorno prima – racconta Cateno – si è visto con lui, è hanno chiacchierato, “Se lui vuole correre verso le europee, io lo aspetto”

La lista “Libertà” ospita 19 simboli diversi. “Ogni simbolo, afferma De Luca, è una stella del firmamento della libertà. Ogni simbolo rappresenta una storia ed è interprete di un messaggio e avrà la possibilità di portare le istanze del proprio territorio e la propria storia nel Parlamento europeo. Abbiamo messo insieme forze civiche e politiche che vogliono dare una spallata a questa Europa liberticida in una lista non di scopo per superare lo sbarramento, ma con il comune denominatore meno Europa, più autonomia, più sovranità, più equità”.

Durante la mattinata di ieri al teatro Quirino di Roma, il colonnello dei Carabinieri Sergio De Caprio, noto anche come “Capitano Ultimo”, famoso per essere tra i principali responsabili dell’arresto di Totò Riina, boss di Cosa Nostra, nel 1993: da allora si era sempre mostrato in pubblico col volto coperto per proteggere la propria identità. Ieri dopo 31 anni si è scoperto il volto per la prima volta. «Dopo 31 anni, tolgo la protezione al mio volto, la mia ultima difesa dalla mafia, perché a viso aperto voglio continuare a servire il popolo italiano con lo stesso coraggio, con la stessa umiltà, con lo stesso amore che ho avuto da carabiniere».

Questa mattina è arrivata la conferma tramite un post instagram, che il capogruppo all’Ars di Sud chiama nord ISMAELE LA VARDERA, correrà per le elezioni europee. “Ho risposto – dice lui – all’appello che mi ha lanciato Cateno, perché credo che il nostro movimento deve dare la sua idea di Europa ai siciliani, gli stessi che ci hanno eletti a prima forza politica della Regione. La strada più comoda poteva essere quella di restare a guardare evitando di mettermi in gioco, infatti la famigerata ‘poltrona’ ce l’ho già. Ma davanti ad una situazione mondiale di estrema instabilità, difronte ad una Europa che era nata sulle macerie della seconda guerra mondiale per garantire pace e stabilità e che oggi invece corre agli armamenti credo dobbiamo dire e fare qualcosa. Ecco perché ci metto la faccia”.

Questi sono i movimenti e le forze che hanno aderito al Manifesto per la Libertà:

– Sud chiama Nord; Movimento per l’Italexit; Capitano Ultimo; Popolo Veneto; Popolo della Famiglia; Partito Pensionati; Noi Agricoltori e pescatori; Noi Ambulanti liberi; Sicilia Vera; Grande Nord; Civici in Movimento con Pirozzi; Rizzi; Vita; Partito moderato d’Italia; Sovranità; Progresso Sostenibile; Insieme Liberi; Fronte Verde.

Tanto amato e poi altrettanto odiato, è ancora una volta il Superbonus a portare scompiglio, questa volta nella stessa maggioranza di governo e in piena sessione di bilancio.

La manovra, blindata, non ha ancora iniziato il suo iter ufficiale in commissione e Forza Italia ne approfitta per rimettere sul tavolo la proroga dell’agevolazione al 110% per i condomini. Un tentativo subito stoppato dal Mef, che non ha nessuna intenzione di riaprire i cordoni della borsa, ma che non placa il pressing di una parte della maggioranza: anche Fratelli d’Italia con il senatore, e relatore, Guido Liris propone una soluzione che allenti la stretta sul Superbonus e copra i lavori degli ultimi mesi del 2023, attualmente a rischio di finire rimborsati solo al 70% e non più al 110%.

Ma non è detto che la questione si debba risolvere in manovra perché, ricorda il vicepremier Antonio Tajani, c’è anche il Milleproroghe. La giornata si apre con un’altra seduta inconcludente della commissione Bilancio del Senato che ancora non inizia l’esame degli emendamenti alla manovra e si chiude in tardissima serata con un primo pacchetto di emendamenti dei relatori depositati in extremis. Si va dalla cedolare secca sugli affitti brevi, al 21% a scelta su un immobile tra quelli in locazione, alla proroga dello stato di emergenza legato alla guerra in Ucraina. Ne mancherebbero però anche altri, creando un altro ostacolo alla tempistica che rischia di allungarsi fino a Capodanno.

Alla Camera scatta l’allarme sui tempi ridottissimi per il confronto e Forza Italia chiede un vertice di maggioranza per avere rassicurazioni direttamente dalla premier Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio si fa garante del rispetto delle prerogative del Parlamento e sollecita tutti a fare in fretta. In serata arriva l’ultimo emendamento del governo che rimodula i fondi per il Ponte sullo Stretto, sottraendo 2,3 miliardi di euro ai fondi di sviluppo e coesione (Fsc) per alleggerire il conto dello Stato senza toccare lo stanziamento complessivo di 11,6 miliardi.

La maggior parte delle risorse (1,6 miliardi) verranno dalla quota di fondi Fsc di Sicilia e Calabria, mentre 718 milioni saranno presi dalla quota dell’amministrazione centrale. Una ripartizione che fa sollevare le opposizioni, con il Pd che denuncia lo “scippo dei fondi coesione” e parla di “carrarmati di Mussolini” in moto. Ma al di là dei rischi sui tempi, è sempre il Superbonus a dominare il dibattito. Il tentativo di sfondamento di Forza Italia, arginato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, non chiude la partita. Per adesso sbarra soltanto una strada, quella della proroga dei termini: il 31 dicembre è l’ultimo giorno utile per produrre fatture rimborsabili al 110%.

Dal 1 gennaio, i lavori saranno rimborsati al 70%. Ma dato che le fatture sono rimborsate in blocco solo ad ogni Stato avanzamento lavori (o Sal) superato, i lavori effettuati negli ultimi mesi del 2023 che non raggiungono la soglia di uno dei tre Sal previsti (30%-30%-40%) rischiano di non rientrare nel 110%. E’ per aiutare questi condomini che si pensa ad un’altra ipotesi, cioè una soglia Sal flessibile (o straordinaria) che copra tutti i lavori degli ultimi mesi dell’anno. “Secondo me è una cosa che va fatta, continueremo a parlarne, c’è anche il Milleproroghe”, ha detto Tajani, spiegando di voler intervenire per chi è già “al 70% dei lavori”. Il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, invita alla cautela: “È un tema su cui ci si deve muovere con molta accortezza, prima di scrivere una norma e di garantire che venga approvata dal Parlamento”. Sui tempi della manovra, intanto, dopo il vertice di maggioranza alla Camera fonti di centrodestra fanno sapere che è “realistico” il via libera definitivo entro il 29 dicembre. Due le ipotesi esaminate: una per concludere i lavori prima di Natale, se il Senato dà l’ok entro il 19; l’altra è arrivare in commissione alla Camera prima del 25 e chiudere tra 27 e 30 dicembre.

Per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina, il presidente russo Vladimir Putin parteciperà, anche se da remoto, a un vertice del G20. Le forze di difesa aerea russe hanno abbattuto un drone sul distretto urbano di Bogorodsky, nella regione di Mosca, in direzione della capitale. Il ministero della Difesa russo ha reso noto che le forze ucraine “hanno perso fino a 75 militari nelle aree delle isole di Alekseevskij, Frolov e nel villaggio di Kachkarovka, nella regione di Kherson” sul fiume Dnipro

– MOSCA, 19 NOV – Il presidente russo Vladimir Putin, che ha saltato la riunione dei leader del G20 di settembre in India, parteciperà in videoconferenza al vertice virtuale del Gruppo dei Venti previsto per mercoledì, ha annunciato oggi la televisione di Stato russa. “Vladimir Putin parteciperà al vertice virtuale del G20”, ha detto il canale televisivo Vesti specificando il programma del presidente russo la prossima settimana. (ANSA-AFP).

Il discorso di circa 15 minuti che il presidente americano Joe Biden ha tenuto alla nazione giovedì sera

di Maddalena Maltese

E’ una lezione di politica internazionale, il discorso di circa 15 minuti che il presidente americano Joe Biden ha tenuto alla nazione giovedì sera dallo studio ovale della Casa Bianca, invitando i suoi concittadini a guardare all’America come “un faro per il mondo”.

La leadership americana tiene insieme il mondo

Il mondo si trova a un “punto di svolta nella storia”, ha detto Biden legando la guerra di Israele contro Hamas a quella dell’Ucraina contro la Russia e alle conseguenti minacce per la sicurezza degli Stati Uniti. “La leadership americana è ciò che tiene insieme il mondo. Le alleanze americane sono ciò che mantiene noi, l’America, al sicuro. I valori americani sono ciò che ci rende un partner con cui altre nazioni vogliono lavorare”, ha dichiarato il presidente americano, cercando di rispondere alle critiche che vedono il Paese una potenza divisa e in declino. “Mettere tutto a rischio e abbandonare l’Ucraina e voltare le spalle a Israele. Semplicemente non ne vale la pena” ribadisce Biden convinto che il ruolo degli Stati Uniti nella lotta contro il terrorismo e l’autocrazia è centrale e “la storia ci ha insegnato che quando i terroristi non pagano un prezzo per il loro terrore, quando i dittatori non pagano un prezzo per la loro aggressione, causano più caos, morte e più distruzione”. Nella sua lezione politica Biden spiega che “Hamas e Putin rappresentano minacce diverse, ma hanno questo in comune. Entrambi vogliono annientare completamente una democrazia vicina”.

Israele non si lasci accecare dalla rabbia

Il presidente cita poi i due viaggi in zone di guerra, come un segno distintivo della sua presidenza: il primo in treno, dalla Polonia a Kiev per incontrare il presidente ucraino Zelensky, il secondo mercoledì a Tel Aviv per incontrare il primo ministro israeliano Netanyahu e i familiari delle vittime dell’attacco di Hamas, lo scorso 7 ottobre. Biden assicura che sta “percorrendo ogni strada” per riportarli a casa e che per lui “non c’è priorità più alta della sicurezza degli americani tenuti in ostaggio”. Mentre loda la resilienza del popolo israeliano, lo mette in guardia dal non “lasciarsi accecare dalla rabbia “ nella risposta agli attacchi di Hamas per non commettere gli errori che gli Stati Uniti commisero dopo l’11 settembre e di operare secondo il diritto internazionale che “significa proteggere i civili nel miglior modo possibile”, consentendo anche l’ingresso di aiuti umanitari a Gaza. Biden si attribuisce il merito dell’accordo sulla spedizione degli aiuti gestiti dall’ONU.

Non possiamo rinunciare a soluzione di due stati

Il presidente americano ribadisce poi che “ gli Stati Uniti restano impegnati a favore del diritto del popolo palestinese alla dignità e all’autodeterminazione” e dichiara di avere “il cuore spezzato per la tragica perdita di vite umane palestinesi”, chiarendo ai suoi concittadini che “non possiamo ignorare l’umanità dei palestinesi innocenti che vogliono solo vivere in pace e avere un’opportunità” e che i palestinesi non vanno identificati con Hamas. Biden ripete quanto detto in Israele: “per quanto sia difficile, non possiamo rinunciare alla pace. Non possiamo rinunciare ad una soluzione di due Stati”.

Islamofobia e antisemitismo

Biden, nel suo discorso mette in guardia da antisemitismo e islamofobia, citando la morte di un bambino palestinese americano di 6 anni a Chicago pugnalato a morte dal suo padrone di casa. “Dobbiamo, senza equivoci, denunciare l’antisemitismo”, insiste il presidente e “Dobbiamo anche, senza equivoci, denunciare l’islamofobia”, ricordando a chi soffre per le discriminazioni che “voi appartenete” agli Stati Uniti.